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Dalla mail aziendale possono arrivare molteplici minacce, che rischiano di mettere a repentaglio tutti i dati presenti sui dispositivi aziendali. Gli attacchi phishing risultano essere quelli privilegiati, dato che comunemente la posta elettronica è il mezzo più utilizzato dagli utenti, soprattutto nei luoghi di lavoro. |
Il termine phishing può essere infatti considerato una variante del termine fishing (letteralmente pescare in lingua inglese) e fa riferimento all’utilizzo di tecniche sempre più raffinate per carpire informazioni strettamente personali di un utente.
Il punto di forza di questo attacco è che rappresenta una realtà che non esiste, nascosta e camuffata con mittenti che sembrano attendibili e conosciuti. L’e-mail che arriva è graficamente molto familiare, e questo rischia di far cadere l’utente distratto nella trappola del criminale informatico.
Innanzitutto, bisogna imparare a riconoscere queste e-mail.
In tutti gli attacchi di tipo phishing si nota un senso di urgenza, caratteristica che cerca di far scattare nella mente dell’umano una risposta immediata.
Altra caratteristica è il fatto che il mittente sia un soggetto a noi noto o comunque autorevole, come ad esempio un caro amico, le poste italiane, l’agenzia delle entrate o la nostra banca di fiducia, il che fa scattare in noi un senso di sicurezza.
Tendenzialmente all’interno di queste e-mail si nota una certa familiarità perché il logo è stato contraffatto perciò può sembrare simile a quello originale, il che fa scattare in noi un senso di rassicurazione. All’interno dell’e-mail potrebbe inoltre anche esserci un collegamento (link) che invita il destinatario ad andare su una precisa pagina web, che ricorda molto la pagina web originale.
E allora che attenzione bisogna porre su queste e-mail di phishing e come bisogna comportarsi?
Innanzitutto, non bisogna farsi prendere dal panico e non aver fretta nel leggere con attenzione l’e-mail ricevuta. Leggere con attenzione, significa che non bisogna limitarsi a leggere solamente il mittente e il corpo dell’e-mail, ma bisogna focalizzarsi anche e soprattutto sui dettagli, come la presenza di eventuali errori grammaticali e le difformità di eventuali loghi presenti all’interno della stessa. Bisogna evitare di aprire allegati sospetti (attenzione ai formati word!) e di cliccare direttamente sul link eventualmente presente all’interno.
È necessario agire con pazienza e prudenza, con attenzione e scrupolosità e con una certa dose di diffidenza. Esatto! Diffidenza, perché la diffidenza è una delle armi più efficaci unita alla sensibilizzazione e al diffondersi della cultura della sicurezza informatica.
Ma non esiste solo l’attacco phishing che può mettere a repentaglio le informazioni presenti nel nostro dispositivo. È possibile anche essere vittime di un ransomware (leggi articolo dedicato), un virus informatico facente parte della famiglia dei malware, che rende inaccessibili i dati dei computer infettati e chiede contestualmente il pagamento di un riscatto per ripristinarli. In realtà queste due tipologie di attacchi possono anche essere collegati tra loro perché attraverso un’e-mail di phishing è possibile infettare un dispositivo con un ransomware.
Uno dei segnali che fa capire immediatamente che siamo stati infettati è che le icone del pc cambiano improvvisamente colore e diventano bianche. In questo caso bisogna prestare molta attenzione, non reagire d’impulso ma in modo ponderato. Se si è collegati ad una rete aziendale è necessario disconnettersi quanto prima spegnendo il pc dal pulsante di accensione, in maniera decisa senza passare da “arresta sistema”
Successivamente è necessario avvisare chi può essere coinvolto nell’attacco (colleghi, datore di lavoro, responsabile IT) e farsi assistere da un consulente tecnico competente.
In conclusione, è necessario adottare delle corrette policy aziendali di sicurezza informatica per prevenire e contrastare questi fenomeni, formare e sensibilizzare gli utenti che utilizzano i dispositivi e creare un perimetro di sicurezza intorno ai dispositivi aziendali.
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