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Il report di Veritas Technologies “Hidden Threat of Business Collaboration Report”, riporta che il 71% dei dipendenti è solito usare WhatsApp e altri software di videoconferenza come Teams e Zoom per lo scambio di dati aziendali e informazioni riguardanti l’ambito di lavoro. |
Secondo il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi, si tratta di un fenomeno preoccupante che potrebbe aggravarsi ulteriormente, anche tenendo conto dell’avvio delle prime sanzioni stabilite per le violazioni collegate ad usi non conformi delle stesse applicazioni.
Dall’inizio della pandemia l’autorità ha riscontrato un notevole aumento dell’uso di WhatsApp e delle varie piattaforme online per motivi di lavoro e nonostante gli investimenti delle aziende per mantenere un adeguato livello di conformità al GDPR:
in molti casi hanno perso il controllo dei propri dati personali a causa del fatto che molti dipendenti si sono abituati a ricorrere alla scorciatoia dell’app per trasmettere informazioni confidenziali, preferendo la comodità al rispetto delle policy aziendali.
La soluzione pratica è definire delle policy interne per l’utilizzo di tali piattaforme, così da standardizzarne l’utilizzo in azienda e soprattuto garantire la riservatezza dei dati scambiati. Anche per evitare sanzioni in caso di controlli.